意大利语版《木偶奇遇记》18
意大利作家科洛迪的《木偶奇遇记》成功地塑造了小木偶的形象。他聪明、善良、顽皮而又任性,他的故事给孩子们以有益的教诲和艺术的感染。作品被译成多种文字,深受读者喜爱。
18. Pinocchio ritrova
I picchi ridimensionano il naso di Pinocchio
Come potete immaginarvelo,
"Quanto siete buona, Fata mia", disse il burattino, asciugandosi gli occhi, "e quanto bene vi voglio!"
"Ti voglio bene anch'io", rispose
"Io resterei volentieri... ma il mio povero babbo?"
"Ho pensato a tutto. Il tuo babbo è stato digià avvertito: e prima che faccia notte, sarà qui."
"Davvero?..." gridò Pinocchio, saltando dall'allegrezza. "Allora, Fatina mia, se vi contentate, vorrei andargli incontro! Non vedo l'ora di poter dare un bacio a quel povero vecchio, che ha sofferto tanto per me!"
"Vai pure, ma bada di non ti sperdere. Prendi la via
Pinocchio partì: e appena entrato nel bosco, cominciò a correre come un capriolo. Ma quando fu arrivato a un certo punto, quasi in faccia alla Quercia grande, si fermò, perché gli parve di aver sentito gente fra mezzo alle frasche. Difatti vide apparire sulla strada, indovinate chi?...
"Ecco il nostro caro Pinocchio!" gridò
"Come mai sei qui?" ripeté il Gatto.
"È una storia lunga, disse il burattino, e ve la racconterò a comodo. Sappiate però che l'altra notte, quando mi avete lasciato solo nell'osteria, ho trovato gli assassini per la strada..."
"Gli assassini?... O povero amico! E che cosa volevano?"
"Mi volevano rubare le monete d'oro."
"Infami!..." disse la Volpe.
"Infamissimi!" ripeté il Gatto.
"Ma io cominciai a scappare, continuò a dire il burattino, e loro sempre dietro: finché mi raggiunsero e m'impiccarono a un ramo di quella quercia."
"Si può sentir di peggio?" disse
Nel tempo che parlavano così, Pinocchio si accorse che il Gatto era zoppo dalla gamba destra davanti, perché gli mancava in fondo tutto lo zampetto cogli unghioli: per cui gli domandò:
"Che cosa hai fatto
Il Gatto voleva rispondere qualche cosa, ma s'imbrogliò. Allora
"Il mio amico è troppo
E
Pinocchio, commosso anche lui, si avvicinò al Gatto, sussurrandogli negli orecchi:
"Se tutti i gatti ti somigliassero, fortunati i topi!..."
"E ora che cosa fai in questi luoghi?" domandò
"Aspetto il mio babbo, che deve arrivare qui di momento in momento."
"E le tue monete d'oro?"
"Le ho sempre in tasca, meno una che la spesi all'osteria
"E pensare che, invece di quattro monete, potrebbero diventare domani mille e duemila! Perché non dài retta al mio consiglio? Perché non vai a seminarle nel Campo dei miracoli?"
"Oggi è impossibile: vi anderò un altro giorno."
"Un altro giorno sarà tardi", disse la Volpe.
"Perché?"
"Perché quel campo è stato comprato da un gran signore e da domani in là non sarà più permesso a nessuno di seminarvi i denari."
"Quant'è distante di qui il Campo dei miracoli?"
"Due chilometri appena. Vuoi venire con noi? Fra mezz'ora sei là: semini subito le quattro monete: dopo pochi minuti ne raccogli duemila e stasera ritorni qui colle tasche piene. Vuoi venire con noi?"
Pinocchio esitò un poco a rispondere, perché gli tornò in mente la buona Fata, il vecchio Geppetto e gli avvertimenti del Grillo-parlante; ma poi finì col fare come fanno tutti i ragazzi senza un fil di giudizio e senza cuore; finì, cioè, col dare una scrollatina di capo, e disse alla Volpe e al Gatto:
"Andiamo pure: io vengo con voi."
E partirono.
In mezzo a questa folla di accattoni e di poveri vergognosi passavano di tanto in tanto alcune carrozze signorili con dentro o qualche volpe, o qualche gazza ladra o qualche uccellaccio di rapina.
"
"È qui a due passi."
Detto fatto traversarono la città e, usciti fuori dalle mura, si fermarono in un campo solitario che, su per giù, somigliava a tutti gli altri campi.
"Eccoci giunti", disse
"Ora chinati giù a terra, scava con le mani una piccola buca nel campo e mettici dentro le monete d'oro."
Pinocchio ubbidì. Scavò la buca, ci pose le quattro monete d'oro che gli erano rimaste: e dopo ricoprì la buca con un po' di terra.
"Ora poi, disse
Pinocchio andò alla gora, e perché non aveva lì per lì una secchia, si levò di piedi una ciabatta e, riempitala d'acqua, annaffiò la terra che copriva la buca. Poi domandò:
"C'è altro da fare?"
"Nient'altro", rispose
Il povero burattino, fuori di sé dalla contentezza, ringraziò mille volte
"Noi non vogliamo regali", risposero quei due malanni. "A noi ci basta di averti insegnato il modo di arricchire senza durar fatica, e siamo contenti come pasque."
Ciò detto salutarono Pinocchio, e augurandogli una buona raccolta, se ne andarono per i fatti loro.